Lo stato patrimoniale illustra ad una data precisa la situazione di tutti i beni e crediti della società (attivo), dei suoi debiti verso i diversi finanziatori (passivo) ed il capitale di pertinenza dei soci della società (Patrimonio Netto).
L’attivo è di fatto l’elenco di come la società ha investito i capitali a sua disposizione, il passivo ed il Patrimonio Netto sono l’elenco di chi ha fornito quei capitali. L’attivo è sempre uguale al passivo più il Patrimonio Netto.
Le voci dell’attivo e del passivo nel bilancio adottato in Italia sono aggregate ed esposte con riferimento alla loro capacità di essere convertite in cassa in un periodo di tempo lungo o breve: quindi l’elenco inizia con gli immobili, poi i crediti ed alla fine i conti correnti. In sintesi lo stato patrimoniale è così composto:
Voce B/L Termine Descrizione
Immobilizzazioni materiali Lungo Immobili, impianti, macchinari, automezzi
Immobilizzazioni immateriali Lungo Marchi, costi capitalizzati, beni non tangibili
Immobilizzazioni Finanziarie Lungo Partecipazioni in altre aziende
Rimanenze finali Breve Scorte di merce e prodotti
Crediti Breve Verso clienti ed altri
Attività finanziarie Breve Di breve periodo, titoli
Disponibilità liquide Breve In cassa ed in banca
Ratei e risconti Breve Rettifica per competenza tra i diversi anni
TOTALE ATTIVO
Voce B/L Termine Descrizione
PATRIMONIO NETTO Lungo Capitale versato dai soci + riserve
Voce Termine Descrizione
Fondi per rischi ed oneri Lungo Accantonamenti per costi futuri
TFR lavoro subordinato Lungo Debito verso dipendenti per la liquidazione
Debiti a lungo termine Lungo Verso banche ed obbligazionisti
Debiti a breve termine Breve Verso banche, fornitori, tributari inps, ecc.
Ratei e risconti Breve Rettifica per competenza tra i diversi anni
TOTALE PASSIVO
Molte voci di stato patrimoniale sono poco specifiche: leggere i dettagli negli allegati di bilancio è indispensabile per capire cosa c’è veramente dentro una voce. Alcuni dati fondamentali, come ad esempio gli investimenti effettuati nell’anno, li troviamo solo negli allegati.
Il capitale circolante netto
Magazzino, crediti verso clienti e debiti verso fornitori sono il capitale circolante netto. Rappresentano la quantità di capitali che una società ha impiegato nel suo ciclo produttivo.
Ad esempio un’azienda manifatturiera che compra materia prima, la lavora, ne produce prodotti e li rivende, avrà la necessità di pagare i fornitori di materia prima ed i dipendenti prima di aver venduto i prodotti finiti ed averne incassato il prezzo. La quantità di capitale che l’azienda deve investire per far fronte al ciclo produttivo dipende dal tipo di ciclo industriale (se le lavorazioni richiedono alcuni giorni o molti mesi) e da quali termini di pagamento riesce a concordare con i fornitori (se accettano di essere pagati a 90 giorni o a 30 dal momento in cui inviano la materia prima all’azienda) e da quanto tempo l’azienda impiega a vendere i prodotti ed a incassare il controvalore.
Il calcolo del valore del capitale circolante è quindi:
Voce Descrizione
+ Rimanenze a magazzino Scorte di merce e prodotti
+ Crediti verso clienti ed altri Solo crediti commerciali
- Debiti verso fornitori ed altri Solo debiti finanziari
= CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
Posso giudicare se l’ammontare del capitale circolante netto è più o meno congruo paragonandolo con il fatturato.
Se l’azienda fattura 100 Euro l’anno ed ha un capitale circolante netto di 30 Euro significa che deve finanziare un ciclo produttivo pari a 30/100 del fatturato, cioè l’equivalente di 108 giorni di fatturato. Quindi l’azienda, oltre a dover trovare i capitali per gli investimenti, deve reperire ogni anno risorse finanziarie par a 108 giorni di fatturato.
Abbiamo quindi un importante indice:
Giorni Circolante = capitale circolante / fatturato x 365
Indica quanti giorni impiega l’azienda per trasformare il capitale circolante in cassa. Meno giorni impiega, minori sono le necessità finanziarie.
Gli elementi che compongono il capitale circolante possono essere valutati separatamente con gli indici:
Giorni Clienti = crediti verso clienti / fatturato x 365
Indica quanti giorni impiega l’azienda per trasformare i propri crediti verso clienti in cassa. Meno giorni impiega, minori sono le necessità finanziarie.
Giorni Magazzino = Rimanenze / costi di produzione x 365
Indica quanti giorni impiega l’azienda per trasformare il magazzino in vendite. Meno giorni impiega, minori sono le necessità finanziarie.
Giorni clienti + giorni magazzino mi danno il ciclo operativo della società. Parte di questo ciclo è di fatto finanziato dai fornitori. Infatti:
Giorni Fornitori = Fornitori / costi di produzione x 365
Indica quanti giorni impiega l’azienda per pagare i fornitori. Più giorni impiega, minori sono le necessità finanziarie.
Le immobilizzazioni tecniche e l’intensità di capitale
Così come l’analisi del capitale circolante illustra come funziona il ciclo commerciale e quali necessità finanziarie questo comporta, l’analisi delle immobilizzazioni tecniche illustra l’intensità di capitale della società (quanto capitale ha investito in impianti, macchinari, software, ecc.) e la sua politica di investimento e di rinnovo del capitale.
Possiamo misurare l’intensità del capitale dal rapporto col fatturato e la politica di investimento dal rapporto tra investimenti e immobilizzazioni esistenti.
Intensità del capitale = fatturato / immobilizzazioni tecniche
Utilizzato anche al suo reciproco (immobilizzazioni tecniche in % del fatturato) mi indica quanti immobilizzi l’azienda utilizza per generare ogni lira di fatturato.
Investimenti dell’anno in corso / Immobilizzazioni tecniche
Misura la capacità di rinnovo del parco immobilizzi e l’età degli immobilizzi rispetto agli investimenti.
L’intensità di capitale dipende dal settore economico: il settore chimico necessita di impianti complessi e costosi, il settore commerciale non necessita di alcuna immobilizzazione di capitale.
Possiamo giudicare l’efficienza di un’azienda nel tempo verificando se aumenta il fatturato rispetto agli immobilizzi e possiamo valutare la sua volontà di crescere attraverso l’indice di rinnovo del capitale con nuovi investimenti.
L’indebitamento finanziario netto
Il bilancio presenta poste finanziarie (come il saldo con le banche) sia all’attivo che al passivo. Anziché considerarle come elementi contrapposti di bilancio, è intuitivamente più semplice farne la differenza e calcolare qual è nel suo complesso la posizione finanziaria netta della società.
Calcolo quindi la differenza tra attività finanziarie positive (titoli, cassa e saldo di banca) e negative (debiti verso la banca e verso altri finanziatori): il saldo se positivo è una posizione finanziaria attiva netta, se negativo è un debito finanziario netto.
Quindi:
| Voce |
+ | Cassa, banche e titoli |
- | Debiti verso banche a breve e a lungo |
- | Debiti verso altri finanziatori |
= | INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO |
L’indebitamento finanziario si suppone oneroso al tasso di interesse corrente dell’azienda. Avrà quindi ripercussioni sul conto economico alla voce oneri finanziari.
Così l’azienda che ha 100 Euro di debiti finanziari si suppone paghi 6-7 Euro di oneri finanziari annui se il tasso che le viene applicato è del 6-7%.
Nell’analisi del conto economico abbiamo visto come l’ammontare degli oneri finanziari pagati nell’anno possa non essere però in linea con quanto ci aspettiamo.
Così se invece di pagare i 6-7 Euro, in conto economico dovessimo trovare oneri finanziari per 12 Euro all’anno, ne deduciamo che l’indebitamento medio dell’anno è di 180 Euro e non di 100 (debiti per 180 Euro al tasso del 6 % danno 12 Euro di oneri finanziari all’anno).
In questo caso possiamo ricalcolare a parte il leverage sulla base dell’indebitamento medio dell’anno anziché sull’indebitamento di fine anno. Ad esempio, se il Patrimonio Netto è di 80 Euro, il leverage sui dati di bilancio è 100/80=1,3 mentre il leverage sul dato di indebitamento ricalcolato è di 180/80=2,3. Una differenza importante, che si verifica spesso con aziende ad elevata stagionalità.
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