sabato 31 ottobre 2009

Cap. 4. Il conto economico: l’analisi finanziaria e l’analisi verticale

Partite finanziarie, straordinarie ed impatto fiscale

Il reddito prodotto dalla gestione operativa deve far fronte ai costi dei finanziamenti, ad eventuali spese straordinarie e viene infine sottoposto a tassazione.
Quali sono i parametri per valutare questi aspetti? Vediamoli separatamente.

Costi finanziari: E’ il totale degli interessi pagati ai finanziatori ed è una delle voci più importanti di tutto il bilancio.
Dai costi finanziari, conoscendo il livello di tassi di interesse sul mercato, possiamo calcolare il livello medio di indebitamento della società durante l’anno. Ad esempio se una società ha oneri finanziari di circa 6 Euro e sappiamo che i tassi di interesse sono attestati attorno al 7% possiamo calcolare in 86 Euro l’indebitamento medio della società durante l’anno: infatti 86 Euro di debiti x 7% = 6 Euro di interessi. Questi 86 Euro sono l’indebitamento medio della società in quest’anno.
Per giudicare se è troppo elevato possiamo utilizzare un semplice indice, l’interest cover.

L’interest cover
Interest Cover = utile operativo/oneri finanziari
E’ un indice di quante volte l’utile operativo copre i costi sui finanziamenti.

Se l’indice è alto (ad es. 3 o 4) significa che l’azienda ha una redditività che può pagare i costi dei finanziamenti e quindi i finanziamenti sono di ammontare non eccessivo rispetto alla capacità reddituale dell’azienda.
Se l’indice è 1,5 o 2 invece basta un minimo calo di redditività od un aumento dei tassi di interesse perché l’azienda non guadagni più a sufficienza per pagare gli oneri finanziari. Ciò vuol dire che l’ammontare dei finanziamenti è eccessivo rispetto alla capacità reddituale dell’azienda.

Costi e proventi straordinari: l’azienda è soggetta ad eventi imprevedibili o può incorrere in costi od ottenere proventi che non sono dovuti alla sua attività commerciale e produttiva caratteristica. Isoliamo quindi in questa voce i costi ed i proventi che consideriamo non ricorrenti nell’attività dell’azienda. Naturalmente anche queste voci hanno un impatto sul risultato finale dell’esercizio: l’elemento per noi più importante è saper giudicare quanto l’andamento dell’azienda è pregiudicato o migliorato per questi accadimenti straordinari. Se c’è un provento (od un costo) straordinario di notevole entità dobbiamo pensare che l’anno prossimo, senza più questo provento, l’azienda avrà un ben diverso risultato finale.

Il cash flow
Cash flow = utile netto + ammortamenti
Abbiamo visto che gli ammortamenti sono costi contabilizzati che non danno luogo ad una uscita di cassa. Se anziché calcolare la redditività dell’azienda sui ricavi e sui costi considerassimo solo le entrate e le uscite di cassa otterremmo il cash flow. Il cash flow, che comprende utili ed ammortamenti, è una misura di quanta cassa l’azienda genera in un certo periodo.
Cash Flow / fatturato: è una misura affidabile della redditività globale dell’azienda. E’ più affidabile del rapporto utili / fatturato perché valorizza le società che stanziano molti ammortamenti.
Vediamo un confronto:

Alfa Beta
+ Ricavi del periodo 1.000 1.000
Margine Operativo lordo 200 200
- Ammortamenti -50 -120
Utile Operativo 150 80
= Oneri Finanziari -10 -10
Imposte -70 -35
Utile netto 70 35
Cash Flow 120 155

Se valutiamo le due aziende sulla base dell’utile netto rispetto al fatturato, l’azienda Alfa con un 7% sembra migliore dell’azienda Beta che ottiene un 3.5%. Il confronto del cash flow indica invece il contrario: la generazione di cassa è più alta per Beta, che ha generato maggiori risorse per crescere e creare valore.

Il reinvestimento dell’utile
Un elemento spesso trascurato è verificare quale parte dell’utile di esercizio viene distribuita ai soci sotto forma di dividendo e quale invece viene accantonata tra le riserve patrimoniali della società.
Vediamo un esempio estremo che ci illustra l’effetto di una diversa politica di dividendi.

Alfa Beta
+ Utile dell’esercizio 180 180
- Dividendi 60 200
Payout in % 33% 111%
= Utili Indivisi 120 0
Aumento del PN +120 -20

Alfa e Beta hanno ottenuto lo stesso risultato di 180.
Alfa distribuisce 60 ai soci e capitalizza 120 come riserva, mentre Beta distribuisce ai soci tutto l’utile dell’anno più parte di riserve accantonate in anni precedenti, così il suo Patrimonio Netto diminuisce rispetto l’anno precedente.

L’analisi comparativa nel tempo
Il confronto trai bilanci di più anni ci permette di capire il trend dell’andamento della redditività dell’azienda. Vediamo uno schema semplificato con un’analisi limitata all’utile operativo.


Periodo: anno

1

2

3

4

+

Ricavi del periodo

320

370

390

402


Trend %


+15.6%

+5.4%

+3.1%

-

Costi di Produzione

282

314

331

362


Trend %


+11.3%

+5.4%

+9.4%

=

Utile Operativo

38

56

59

40


Trend %


+47.4%

+5.4%

-32.2%


UtOp in % Fatturato

11.9%

15.1%

15.1%

10.0%



Nel periodo 2 l’azienda ha ottenuto un ottimo aumento del fatturato rispetto all’anno precedente (+15.6%) con un formidabile aumento della redditività (+ utile operativo). In altre parole, i ricavi sono aumentati più dei costi e l’azienda ha guadagnato di più.
Nel periodo 2 l’aumento del fatturato è stato più modesto (solo +5.4%) e la redditività si è mantenuta costante rispetto l’anno precedente (l’utile operativo è stabile al 15.1% del fatturato). In altre parole, costi e ricavi hanno avuto un uguale trend.
Nel periodo 4 la crescita del fatturato è ancora rallentata (+3.1%) e la redditività è diminuita (utile operativo sceso dal 15% al 10%). In altre parole, il fatturato è cresciuto di poco mentre i costi continuano a crescere e l’azienda guadagna di meno.

Possiamo trarre delle indicazioni per tutto il periodo? In linea di massima possiamo dire che:
  • L’azienda è sempre cresciuta (il trend ricavi è sempre positivo)
  • L’azienda ha sempre ottenuto un buon utile operativo di 40 – 60 euro l’anno
  • L’azienda sembra avere una struttura di costi rigida: quando il fatturato cresce va bene, se cresce meno non riduce proporzionalmente anche i costi e l’azienda guadagna molto meno.

L’analisi comparativa tra aziende similari
Un’analisi spesso interessante è effettuare un confronto tra due o tre aziende simili. Il confronto è significativo quanto più omogenee sono le aziende.

Devono quindi operare nello stesso settore con prodotti concorrenti ed avere dimensioni analoghe. Per una grande banca non è difficile raccogliere direttamente i bilanci, tanto più che oggi sono reperibili su varie banche dati.

I bilanci delle aziende da confrontare possono essere sintetizzati nelle voci più importanti ed essere messi a confronto diretto.

Il seguente confronto è tratto da un’analisi comparativa effettuata su tre aziende italiane che producono montature per occhiali. La tabella mostra il conto economico in percentuale del fatturato su due anni per ciascuna azienda.

Azienda

A

A

B

B

C

C

Periodo

1

2

1

2

1

2

Ricavi del periodo

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

Valore Aggiunto

40.1

40.3

34.8

38.0

49.8

53.0

MOL

27.0

27.4

11.0

12.4

16.2

16.2

Utile Operativo

24.0

24.7

5.7

6.3

9.6

9.1

Utile Netto

13.0

12.9

1.1

1.8

0.1

0.1

Cash Flow

16.0

15.5

6.5

7.9

6.7

7.2



Il confronto è tra aziende concorrenti sullo stesso prodotto ma le differenze sono sensibili:
A livello globale l’azienda A ha una redditività molto maggiore delle altre due, che si equivalgono tra loro.
L’azienda A ha un Valore Aggiunto minore dell’azienda C ma ottiene un miglior MOL, perché ha meno costi del personale. Questo vuol dire che ha miglior impianti o fa produrre esternamente da altri produttori più piccoli con un costo minore. L’azienda C è l’opposto: ottiene un altissimo valore aggiunto ma lo spende ampiamente in costo del lavoro diretto: probabilmente fa tutto internamente e con una bassa produttività.
L’azienda A riesce a trasformare metà del suo utile operativo in utile netto, mentre le altre due aziende sono probabilmente penalizzate da oneri finanziari, che devono essere molto consistenti per la C che nonostante un buon 9% di utile operativo non guadagna nulla.
Il rapporto cash flow sul fatturato misura bene la situazione globale della diversa redditività delle tre aziende.

Indici di conto economico
Riassumiamo quindi i principali indicatori da applicare all’analisi del conto economico:
Crescita:
aumento dei ricavi
aumento dell’utile operativo
Redditività:
MOL / ricavi
Utile operativo/ ricavi
Utile netto / ricavi
Autofinanziamento:
Cash flow / ricavi
Produttività del lavoro:
Valore aggiunto per addetto
Struttura:
Interest cover

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