Le voci del conto economico
Il conto economico illustra tutti i ricavi ed i costi di un’azienda nell’arco di un determinato periodo. In sintesi è così strutturato:
1 Ricavi del periodo 150
2 - Costi del periodo -110
3 = Utile Operativo 40
4 - Costi finanziari -6
5 +/- Proventi ed oneri straordinari -4
6 - Imposte e tasse -12
7 = Utile o perdita 18
Il conto economico descrive i flussi dei costi e dei proventi che si sono manifestati in un determinato periodo di tempo:
In una prima sezione (riga 1 e 2 ) vengono inseriti i ricavi ed i costi inerenti la gestione caratteristica dell’azienda, cioè quei ricavi e quei costi che sono tipici dell’attività che viene svolta dall’azienda e che verosimilmente sono ricorrenti tutti gli anni e sono simili tra aziende che svolgono la stessa attività. L’utile operativo (riga 3) è la differenza trai ricavi ed i costi di un intero anno e quindi misura quanto l’azienda guadagna nell’anno con la sua attività caratteristica.
Gli altri costi (eventualmente anche altri proventi) sono stati invece suddivisi in voci diverse (4,5 e 6) proprio perché rappresentano eventi da analizzate separatamente rispetto all’attività caratteristica: i costi finanziari sono gli interessi ed i costi dei finanziamenti e dipendono dall’entità dei debiti e dai tassi di interesse; proventi ed oneri straordinari sono tutti quegli eventi che hanno prodotto proventi o costi in quest’anno ma che consideriamo non ricorrenti nell’attività di questa azienda; le imposte e tasse dipendono dalle politiche fiscali del paese nel quale opera l’azienda.
I bilanci pubblicati dalle società in Italia seguono l’impostazione del nostro schema semplificato, naturalmente con maggiori dettagli. Lo schema dei bilanci è standard, quindi riporta delle voci generali come “acquisti” o “servizi” senza spiegare che cosa l’azienda ha acquistato. Possiamo trovare maggiori dettagli e spiegazioni negli allegati al bilancio.
Schemi di riclassificazione in funzione dell’attività aziendale
Se in generale tutti gli schemi di riclassificazione seguono l’impostazione che abbiamo visto, l’applicazione a attività economiche particolari richiede schemi più specifici.
Per un’azienda manifatturiera è utile identificare i costi della produzione rispetto a quelli commerciali ed a quelli generali; per un supermercato è invece più utile calcolare il margine di reddito commerciale che ottiene rivendendo al pubblico i prodotti che ha acquistato dai produttori e poi sottrarre tutti i costi della struttura, come l’affitto dei locali ed il costo del personale.
La stessa logica ci porta a schemi molto diversi quando vogliamo studiare aziende del settore finanziario, come banche ed assicurazioni o aziende con attività particolari, come le imprese che progettano e realizzano grandi opere civili o tecnologiche, società di sevizi o società di ricerca.
Noi focalizziamo l’analisi su aziende manifatturiere e commerciali, tipiche della realtà industriale Italiana.
Presentazione di un primo schema semplificato
Il conto economico nei bilanci delle società italiane è redatto secondo uno schema standard così composto:
Conto Economico
A Valore della produzione, composto da:
Ricavi dalle vendite di prodotti e servizi
Aumento delle rimanenze di prodotti
Capitalizzazione di spese effettuate per lavori interni
Altri proventi
B. Costi della produzione, composto da:
Acquisti
Servizi
Godimento beni di terzi
Costi del personale
Ammortamenti
Accantonamenti
Oneri diversi
C. Proventi ed oneri finanziari
Proventi da partecipazione
Proventi finanziari
Interessi ed oneri finanziari
D. Rettifiche di attività finanziarie
Rivalutazione e svalutazione partecipazioni
E. Proventi ed oneri straordinari
Imposte sul reddito
= Utile o perdita dell’esercizio
La principale differenza con i modelli di riclassificazione più comunemente adottati è nel separare gli ammortamenti e gli accantonamenti in una (o due) voci separate da inserire dopo i costi della produzione, proprio perché questi costi hanno natura e metodo di rilevazione molto diverso dagli altri costi.
Lo vedremo in dettaglio più avanti.
Indici di Conto Economico
Sulla base del conto economico che abbiamo visto in precedenza possiamo trarre qualche considerazione. Rivediamolo.
1 Ricavi del periodo 150 100.0%
2 - Costi del periodo -110 -73.3%
3 = Utile Operativo 40 26.7%
4 - Costi finanziari -6 -4.0%
5 +/- Proventi ed oneri straordinari -4 -2.7%
6 - Imposte e tasse -12 -8.0%
7 = Utile o perdita 18 12.0%
L’azienda ha ricavi per 150 Euro (o migliaia di Euro o ... Milioni di Euro) e, dopo aver pagato tutti i suoi costi per merci, affitto e personale ne trae un utile operativo del 26.7%. E’ un buon risultato per una società di servizi, ottimo se invece si tratta di un’azienda produttiva che ha normalmente margini assai più bassi.
Una buona parte di questo utile operativo viene però “perso per strada”: in costi finanziari un po’ alti, in qualche costo straordinario e naturalmente, in tasse. Il risultato per l’azienda è di 18 Euro netti, che rappresenta il 12.0% del suo volume d’affari.
Il 12.0% rispetto al fatturato è però un indice che da solo non vuol dire nulla: è un risultato più o meno valido a seconda di quanto normalmente altri operatori ottengono nello stesso settore. Dal confronto con un’altra azienda simile possiamo quindi capire quanto è valido il risultato del 12% rispetto al fatturato.
Anche i 18 Euro in sé non significano molto: dipende da quanto l’imprenditore ha investito nella sua attività per ottenere questo risultato ed a quanto avrebbe potuto ottenere investendo la stessa somma in qualche altra attività. Così se l’imprenditore nella società ha investito in tutto 200 Euro, dai quali tramite un investimento finanziario senza rischi imprenditoriali avrebbe ottenuto interessi annuali al massimo di 6 Euro, allora ottenere 18 Euro in un solo anno sarebbe un ottimo rendimento!
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