I minibond del decreto sviluppo dovrebbero essere
la soluzione che permette alle PMI di superare il credit-crunch, é
il prodotto finanziario che piace alle imprese (che così trovano
nuova finanza non bancaria) ma piace anche alle banche (che magari si
alleggeriscono di qualche credito di troppo) e forse piace anche agli
investitori istituzionali (che di BTP e dintorni ne hanno ... a
sufficienza). Su cosa siano e come funzionino i minibond c'è già
scritto di tutto, noi invece vediamo concretamente come fare.
Analisi iniziale di fattibilità
La PMI interessata a finanziarsi emettendo queste
obbligazioni “minibond” per prima cosa deve verificare se ha le
caratteristiche minimali richieste quanto a adeguatezza patrimoniale
/ reddituale e merito di credito, se cioè viene giudicata
sufficientemente affidabile dai potenziali investitori. Il requisito
amministrativo è semplice: la PMI deve avere l'ultimo bilancio
sottoposto a revisione da parte di soggetto autorizzato. Sono
verifiche semplici e veloci, se ci sono i requisiti si procede, se
mancano si rimanda all'anno prossimo.
Scegliersi un financial advisor
Il fai-da-te è impensabile: contattare direttamente
i broker finanziari, le banche e gli investitori è impresa ardua per
le grandi imprese quotate che hanno una direzione finanziaria ben
strutturata e diventa un incubo per una PMI che cerca finanza per 5
milioni di euro. La PMI interessata ad effettuare una emissione di
minibond può allora contattare i vari financial advisor (come noi ed
i nostri colleghi) e sceglierne uno che gestisca tutto il processo.
Cosa fa il financial advisor
Il financial advisor verifica che vi siano i
requisiti di base per l'emissione dei minibond, prepara il business e
financial plan della PMI, redige l'information memorandum di
presentazione, definisce la tipologia di bond da emettere per far
fronte alle necessità finanziarie dell'azienda (ammontare, tipo,
durata, cedola, tasso, ecc.) e redige un prospetto dell'emissione,
gestisce i rapporti con la banca arranger (la banca che gestirà i
flussi finanziari) e col dealer che collocherà i bond presso gli
investitori professionali in Italia ed all'estero, gestisce infine la
domanda di ammissione alla quotazione dei minibond sull'apposito
segmento di Borsa Italiana.
Quanto costa?
L'emissione di minibond è apparentemente carissima:
i costi fissi “upfront” (cioè da sostenere a prescindere dal
successo dell'emissione dei minibond) sono rilevanti specialmente se
l'emissione è di importo limitato, le fees su tutto il processo
sembrano oltraggiose, il tasso sui bond è ovviamente più elevato
rispetto ad un mutuo ipotecario. Ma allora? L'emissione di minibond
ha però molti vantaggi non trascurabili: le condizioni rimangono
fisse per tutta la durata (quindi se la durata è di cinque anni, non
ci sono sorprese, rinegoziazioni dei tassi, richiesta di rientro
ecc.), il costo è all-inclusive (sembra alto, ma provate a
paragonarlo col costo VERO dei finanziamenti bancari, con calcolo dei
giorni valuta, di tutte le commissioni aggiuntive, ecc. : il “tasso
nominale” di una linea di credito è una cosa ma il costo vero è
un'altra), infine l'azienda emittente alleggerisce l'utilizzo delle
linee bancarie e migliora la propria posizione in centrale rischi, il
che significa ottenere condizioni migliori su tutte le linee bancarie
che vengono utilizzate. Quindi una fonte di finanziamento per la PMI
stabile e certo a medio termine, su un canale alternativo rispetto a
quello bancario, ad un costo non molto superiore al credito delle
banche, sempre che tale credito sia disponibile.
Hai una PMI? Conosci delle PMI? Chiedici come EqS
Equity Studio può aiutare nell'emissione di minibond!
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