venerdì 8 gennaio 2010

L'acquisto di azioni proprie nel diritto commerciale e nella finanza aziendale.

L'acquisto di azioni proprie in modo diretto o, nella forma più complessa, l'acquisto di azioni o quote della controllante effettuato da parte della società controllata, sembra essere operazione di grande attualità. Vediamo qualche semplice considerazione sulla sua convenienza.

L'acquisto delle proprie azioni effettuato da parte di una società

Tutti sappiamo che una società può emettere titoli che dovrà rimborsare alla scadenza (come le obbligazioni) e titoli che non verranno rimborsati se non alla liquidazione (cioé le azioni). Vi è poi una gamma di titoli ibridi che stanno in mezzo, dalle obbligazioni perpetual (che non saranno rimborsate) a alle reedimable shares di diritto UK (che invece sono azioni rimborsabili). Quando una SpA di diritto italiano emette azioni, non può in seguito rimborsarle: giustamente il codice civile disciplina anche la facoltà da parte della società di riacquistare tale azioni (all'art. 2357, 2357 bis e ter) perchè è un'operazione che depaupera i mezzi propri della società ed è potenzialmente lesiva degli interessi degli altri stockholders. I principali vincoli sono i seguenti: il valore nominale delle azioni acquistate non può eccedere la decima parte del capitale sociale, la società non può acquistare azioni proprie se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato, una riserva indisponibile pari all'importo delle azioni proprie iscritto all'attivo del bilancio deve essere costituita e mantenuta finché le azioni non siano trasferite o annullate, il diritto di voto è sospeso per le azioni proprie.

L'acquisto di azioni o quote della controllante effettuato da parte della società controllata

Analogamente, allorquando una società è detenuta da un'altra società, valgono analoghe regole per l'acquisto di azioni o quote della controllante effettuato da parte della società controllata, ché altrimenti si potrebbe ottenere il medesimo risultato dell'acquisto di azioni proprie (art 2359 bis). In questo caso inoltre la società controllata da altra società non può esercitare il diritto di voto nelle assemblee di questa. Il tutto vale anche anche per gli acquisti fatti per tramite di società fiduciaria o per interposta persona.

Perché mai una società deve ricomprarsi le proprie azioni detenute dai soci?

Vediamo tre casi.

Se e quando il socio di una SpA vuole alienare le proprie azioni, se queste non sono quotate in una borsa regolamentata, la cosa può non essere così semplice. Se le azioni in questione rappresentano la maggioranza del capitale o la minoranza di un grande gruppo allora c'é un “mercato” dove venderle, mercato fatto di imprenditori, altre aziende ed investitori finanziari. Se si tratta invece di una minoranza del capitale di una PMI, possono avere interesse ad acquistare di fatto solo gli altri soci (se vogliono e se possono) o qualche manager, insomma non c'é mercato, l'operazione deve essere costruita in casa e l'acquisto delle azioni da parte della società stessa può risolvere questo problema.

Un caso differente è quando a vendere non è un socio di minoranza ma è un socio importante che aliena solo una parte delle azioni che detiene nella società. Al socio conviene cioé trasferire fondi a monte: in questo modo la società ha meno cassa (o più debiti finanziari) e meno capitale proprio mentre il socio a monte fa cassa. Fatto salvo il caso di necessità finanziarie del cedente, questo può essere un modo di pagare dividendi con tassazione agevolata in capo al socio.

A volte infine l'operazione è una semplice convenienza finanziaria. Quando i tassi di interesse sono bassi (come adesso mentre scrivo) una azienda solida che non ha difficoltà a procurarsi finanziamenti bancari può avere convenienza a lavorare con più mezzi di terzi e meno mezzi propri. A parità di risultato “industriale” la maggior leva finanziaria aumenta il rendimento degli azionisti.

Qual'é il rischio ed il limite?

L'acquisto di azioni proprie aumenta i debiti e fa diminuire i mezzi propri, aumenta cioé il leverage della società. Infatti se una società ha 1.000.000 di euro di debiti finanziari ed 1.000.000 di mezzi propri, con un acquisto di azioni proprie per un controvalore di 400.000 euro i debiti finanziari aumentano a 1.400.000 euro ed i mezzi propri (patrimonio netto meno azioni proprie) scende a 600.000 euro.

Il leverage calcolato come debt/equity passa da 1.000.000/1.000.000 = 1:1 pre operazione a 1.4000.000/600.000 = 2,3:1 post. Poco male a questo basso livello di indebitamento, semprechè i finanziamenti per effettuare l'operazione e quelli aggiuntivi per lo sviluppo dell'attività aziendale siano disponibili nella quantità necessaria ed ad un costo di spread ancora conveniente all'azienda.

Il rischio ed il limite dell'operazione di acquisto di azioni proprie è non fare adeguatamente i conti con il probabile deterioramento del rating aziendale presso il sistema bancario, cosa che nell'attuale fase di credit crunch potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol. In conclusione, fatevi prima sia un'analisi societaria-fiscale che finanziaria.

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